Giorgio Nardone (2001) conia l'espressione "prostituzione relazionale" per identificare quelle persone che nelle relazioni tendono a compiacere gli altri per ottenere affetto, sentirsi amati e popolari. Agli occhi degli altri tale atteggiamento è molto apprezzato perché, in apparenza, non crea attriti o conflitti, anzi, si manifesta con un'iper-disponibilità e iper-sensibilità.
Ma tutto questo essere "iper-" che risvolti ha?
Con il tempo si consolida un copione relazionale tossico in cui sono più gli svantaggi che i vantaggi: da una parte c'è chi, incontrando tanta disponibilità, aumenta le richieste e delega le responsabilità; dall'altra c'è qualcuno che inizia a percepire che la sua amabilità gli si ritorce contro, infatti, il successo ottenuto nelle relazioni lo portano ad essere degno di stima e fiducia al punto da ritrovarsi ad assumersi responsabilità maggiori rispetto a quelle che sono le sue effettive capacità di farvi fronte. Inizia a sentire di aver raggiunto un limite: ciò che sente di essere non corrisponde a come viene percepito dagli altri. Questa rottura tra interno ed esterno genera forte disagio.
Purtroppo non si può essere apprezzati da tutti. A volte è necessario compiere delle scelte che non sono approvate dagli altri, ma questo non è contemplato da chi vorrebbe essere sempre amato, fino a quando, per non soccombere, è costretto a compiere scelte impopolari, a discapito della relazione stessa e ottenendo esattamente il contrario di quello che era il suo bisogno iniziale, cioè essere stimato e apprezzato.
ESITI SINTOMATICI:
🪫Forma lieve: tensione, stress e crisi di ansia elevate;
🪫🪫Forma media: angoscia elevata e attacchi di panico;
🪫🪫🪫Forma severa: somatizzazioni e azzeramento delle capacità decisionali. Le scelte vengono suggerite da altri.
-Articolo di Daniela Besseghini, agosto 2024-
Bibliografia:
Giorgio Nardone, La paura delle decisioni. Come costruire il coraggio di scegliere per sé e per gli altri. Ponte alle Grazie, 2014.